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Category Archives: Rassegna stampa

LEONE DE CASTRIS 1665 ENTRA NELLA UNIONE IMPRESE CENTENARIE ITALIANE

È con grande orgoglio che annunciamo l’ingresso dell’azienda nella selezionata rosa di associati dell’Unione Imprese Centenarie Italiane.

L’Unione Imprese Centenarie Italiane, con sede a Firenze, opera per “salvaguardare e diffondere la cultura come mezzo di difesa della longevità, della resilienza e del patrimonio immateriale che le singole Imprese associate, nelle loro rispettive realtà e da oltre cento anni, mettono in comune.”

Le Imprese Centenarie associate sono realtà di prestigio che portano alta la bandiera del “Made in Italy” e rappresentano “la più sincera espressione della qualità imprenditoriale italiana, hanno un’ultra-centenaria esperienza nella produzione di beni e servizi, quali cultori del ciclo completo, come espressioni della tradizione radicata nel territorio di origine e comunque alimentata da un continuo spirito di innovazione.”

“Siamo onorati ed entusiasti di entrare a far parte dell’Unione, condividendo appieno lo spirito e i valori. La qualità dei nostri vini, infatti, è il risultato di oltre 350 anni di impegno, rispetto per il territorio e passione per il prodotto tramandatoci dai nostri predecessori, di generazione in generazione – afferma Piernicola Leone de Castris – Dal 1665, la mission è quella di valorizzare i vitigni autoctoni, portare nel calice il terroir salentino e farlo conoscere al mondo, partendo dal nostro significativo bagaglio storico di esperienza e maestria di vitivinicultori, con un’attitudine aperta e fiduciosa a tutto ciò che di innovativo il mondo enologico ha da offrire.”

Con l’ingresso della Leone de Castris 1665, diventano 43 gli associati della Unione Imprese Centenarie Italiane. Ad majora!

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TRE BICCHIERI 2023 GAMBERO ROSSO AL FIVE ROSES 78° ANNIVERSARIO IGT SALENTO 2021

L’autorevole guida “Vini d’Italia” edizione 2023 del Gambero Rosso ha assegnato, per il secondo anno consecutivo, il riconoscimento dei Tre Bicchieri – quest’anno con la vendemmia 2021-  al Five Roses 78° Anniversario IGT Salento, che riconferma il suo posto tra i vini di eccellenza d’Italia e quello nel cuore di tutti gli appassionati che da anni apprezzano l’iconico rosato del Salento.

 

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Vinoway Italia riunisce la Puglia del vino al TakItaly

La Puglia è così lunga, ma così lunga che per farne metà e arrivare in tempo ti devi alzare alle cinque di mattina.

Impietoso Davide Gangi ti precetta. Caffè, caramella di menta, macchinina e via dal profondo sud verso una delle città più belle di Puglia: Trani. Ed in uno dei posti più belli di Puglia:  Le Lampare al Fortino.

Di martedì di un anno bisesto, è il primo di marzo. Un giorno importante per una avventura cominciata per me da due anni: un portale che decide di raccontare il vino al mondo, tutto il vino e non solo, anche quello di Puglia. Uno stile rispettoso di tutti ma con personalità propria. Informazione serena e severa a volte ma niente punti e niente classifiche.

A Vinoway interessa infittire la rete di rapporti tra produttori, tra produttori e consumatori, tra produttori consumatori e istituzioni. Uno strumento per appassionati e addetti ai lavori che abbia la capacità di cucire i tanti frammenti che compongono questo mondo e di farne, se possibile, una tela armonica e piacevole.

Un giorno importante, Vinoway da portale si fa Associazione, annunciando ufficialmente la nascita di Vinoway Italia: da luogo di comunicazione diventa momento di organizzazione con un respiro internazionale ed una articolazione territoriale. Lo spiega bene Davide nella sua introduzione quando il parterre è denso di partecipanti accuratamente selezionati.

E lo spiega la stessa geografia dei “conduttori” delle degustazioni: sono stati invitati tutti coloro che si occupano, con le loro associazioni, di valutazioni enologiche. Perché Vinoway non è alternativa ma collante, non è concorrente ma amplificatore. Ovviamente con una propria etica e proprie regole che sono esposte e, si spera, largamente condivise.

La cornice è splendida, l’organizzazione impeccabile e, dal “tavolo dei cattivi”, la visione globale.

Si alternano gli interventi coordinati da una Jenny Viant Gomez in forma smagliante, che anche se fosse dimessa basterebbe ad illuminare una sala intera, e i contributi sono assai qualificati.

Certamente quello del Senatore Stefàno che racconta la sua esperienza da Assessore Regionale all’Agricoltura in Puglia e delle chiavi attraverso le quali è avvenuta la “rivoluzione del vino”: valorizzazione dell’autoctono e innovazione tecnologica e di processo.

Certamente anche quello dell’on.le Luca Sani, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, che ha enunciato le linee direttrici dell’iniziativa parlamentare per dare al mondo vitivinicolo il risalto che merita anche perché costituisce una delle voci più importanti del PIL e dell’interscambio economico mondiale per l’intero Paese.

Ma di fronte a cotanta sapienza anche la Puglia ha fatto la sua figura: Massimo Tripaldi Segretario di Assoenologi per Puglia, Calabria e Basilicata; Giuseppe Baldassarre, massimo esperto di vini pugliesi ed in particolare del primitivo; Gianluigi Cesari noto agroecologo, Enzo Scivetti delegato regionale Onav Puglia, autorevole degustatore nazionale, e, soprattutto, la esile ma energica Marianna Cardone, delegata regionale dell’Associazione Le Donne del Vino, hanno dato contributi di notevole interesse. Fantastica la rivendicazione della poliedricità femminile di Marianna “perché le donne sono multitasking” che, da sola, segna la cifra dello spessore del dibattito.

A chiudere anche una bella e utile prolusione di Alessandro Lodico, responsabile commerciale di Leone De Castris, perchè quando si sottolinea qualche mancanza e qualche esigenza e vi sono orecchie per intendere non fa mai male.

Le Istituzioni della Regione Puglia hanno fatto di tutto per essere presenti ma erano impegnate in una importante riunione del Consiglio regionale che si è protratto fino a tarda sera per approvare la legge Reddito di dignità, importante riunione istituzionale. Ci dispiace che non abbiano potuto essere presenti, anche se per giusta causa, perchè capita di rado di riuscire a mettere insieme ottanta produttori di vino fra i più importanti di Puglia e condurre una discussione che da quasi tutti è stata giudicata molto positiva e apprezzabile. Sarà cura del Presidente Gangi informarli e tenerli aggiornati.

Ed è stato un bel piacere raccogliere consensi e positive reazioni per questa formula innovativa. Abbiamo avuto occasione di cogliere al volo le impressioni di tante aziende, dal tono “possente” di Massimiliano Apollonio alla voce flautata di Alessandra Quarta. Anche il Senatore Stefàno e l’On.le Sani sono rimasti piacevolmente impressionati.

Ma ci piace riportare come la più grande nota di merito, il giudizio più severo ricevuto alla domanda: “Mattinata persa o ne è valsa la pena?” “Cinquanta e cinquanta” ha dichiarato Beniamino D’Agostino di Botromagno. Conoscendo la sua severità e la sua pignoleria è stato uno splendido complimento e una grande forma di incoraggiamento ad andare avanti. E non cambiare Benny, che sarai un gran rompiscatole ma poi le stesse pignolerie ce le metti nel fare il vino e ricambi con la generosità dell’amata bevanda l’avarizia delle parole. Del resto i giudizi più severi ci aiutano sempre a cercare nuovi traguardi…

Pausa sul terrazzino del ristorante, panorama da cartolina, porto di Trani sotto il cielo indeciso di marzo, snack di prodotti straordinari: ostriche dell’Atlantico e Salmone dello stesso mare, latticini della Murgia e del Gargano (standing ovation per la ricotta di pecora), olive all’acqua di mare e carciofini del Salento, pane e olio di coratina.

Accompagnano bollicine pugliesi, altro che “prosecchino” (scusate il campanilismo). Una cosa leggera per prepararsi alla lunga maratona di degustazione (circa novanta etichette) che avrebbe coinvolto gli invitati prima della cena finale.

Ma questo racconto è un’altra cosa, ci fermammo ai primi 40 vini e al dialogo con gli amici del “tavolo dei cattivi” e con Nicola Ferri che fa un ottimo Nero di Troia. E al “tavolo dei cattivi” oltre al carissimo Michele Poligneri c’è stato anche Claudio Bonifazi. Per la verità c’era anche Francesca Distaso, una splendida signora del vino che dava al nostro tavolo aura di grande eleganza, della quale abbiamo molto gradito la compagnia.

Comunque a parlar del vino tocca a Francesca, a Claudio e a Mototsugu Hayashi, uno dei più grandi degustatori del mondo che, finalmente e grazie a Vinoway, è venuto in Puglia e ha conosciuto il Nero di Troia. Non so cosa dirà dei vini, ma, di certo, la sua vita sarà molto più allegra perché la “Puglia è un grande serbatoio di felicità.” A me resta il piacere di ringraziare tutte le amiche e gli amici presenti che, una volta di più, hanno dimostrato il loro affetto e, credo, anche un po’ di stima.
Tocca ringraziare l’idea di Vinoway e l’impegno di tutti coloro che a questa idea contribuiscono e dare a Davide il mio “sussurro di battaglia”: #sciamuannanti!!!
Menzione speciale per la location e per il servizio condotto magistralmente dall’AIS Puglia delegazione BAT, diretto dal capo servizio regionale Gianpaolo Polese, assolutamente impeccabile.
Non amo la mondanità ma devo riconoscere anche io che è stata una giornata estremamente ricca ed interessante. E questa cosa del Master in comunicazione per responsabili commerciali di aziende enologiche è una cosa che ci intriga, vero Michele Peragine?
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Degustazione Rosati di Puglia: Negroamaro in trasferta a Milano

All’interno della manifestazione Wine at 5 Vie si è tenuta una degustazione sui Rosati di Puglia che da solo sarebbe bastato a giustificare la partecipazione alla kermesse tenutasi in centro a Milano. In realtà abbiamo usato questa occasione per andare a trovare una amica produttrice e scoprire qualche bella realtà, come ho già raccontato nel post precedente.

Una volta entrati nel bel cortile signorile nascosto dietro al portone di Via Santa Marta ci hanno lasciato accomodare in una sala intima, una biblioteca d’altri tempi zeppa di volumi storici, dalle pareti alte, austere, un ambiente caldo fatto di legno antico, scuro, finestre altissime. Al centro della sala un tavolo grande, largo, importante, attorno una decina di sedie arrivate dirette dal 1800.

Sulla tavola sono apparecchiati altrettanti coperti, quattro bicchieri a testa, che a dire la verità son fin troppo grandi per una degustazione, ma fanno una gran bella scena messi tutti in fila. Sparse sul tavolo ci sono cinque o sei teche di vetro che racchiudono un po’ di terra, qualche spezia, del legno, sono i sentori ed i motivi che ritroveremo dopo nei bicchieri. Si inizia con le due tipologie principali di terreno presenti in Puglia, uno più ricco e scuro, l’altro chiaro e sabbioso, tipico dello zone costiere. A seguire cannella, pepe, erbe aromatiche e così via in un percorso che ha la funzione di bigino per l’olfatto e per il gusto, o se preferite da cartina di tornasole, per confermare come se ce ne fosse ancora bisogno, che il terroir non è una storiella romantica, ma influisce abbondantemente su quello che potremmo poi ritrovare nelle bottiglie.

Oddio, se vogliamo proprio dirla tutta in realtà il quarto d’ora molto didattico di introduzione alla degustazione è stato fondamentale visto che, il pubblico non era esattamente quello che potremmo definire “di esperti” e ce ne si è accorti subito subito con la prima domanda a bruciapelo, qualche cosa che ha suonato tipo “ah ma quindi il rosato si fa con uva rossa?”… da li in poi è stato tutto in salita. Ecco diciamo che l’avere un pubblico composto per la maggior parte da bevitori saltuari assolutamente scevri di nozioni “tecniche” ha dato l’opportunità di ripassare alcuni principi di base dell’enotecnica e soffermarsi a pensare un po’ di più alla ragione di alcune scelte di cantina legate ad una delle vinificazioni più complesse quale è quella del rosato.

Già, perché è facile dire “Rosato“, ma quando cominci a volerne conoscere un po’ meglio la natura bisogna arrendersi all’evidenza che sia una tipologia di vino assolutamente affascinante. Non solo il vitigno di partenza, o il blend scelto, è un elemento caratterizzante, ma la varietà di scelte possibili legate alla sua vinificazione è estremamente varia, così come l’obbiettivo che è possibile perseguire riguardo al suo carattere una volta in bottiglia. Pensiamo alla quantità di libertà che un produttore ha per raggiungere il colore desiderato. Macerazione brevissima, breve, criomacerazione, macerazione parziale, salasso, etc. etc. poi gli affinamenti vanno a complicare ancora di più le cose. In somma, è un mondo che personalmente ho scoperto da non moltissimi anni e che ogni giorno mi affascina sempre di più. Confesso che il rosato è diventato il mio vino da mezza stagione.

Torniamo al centro di questo racconto e veniamo in concreto agli assaggi. Mi sono seduto al tavolo assolutamente all’oscuro di ciò che avremmo degustato e la sorpresa è stata piacevole nel vedere allineati a capotavola quattro campioni provenienti dalle migliori cantine pugliesi ed un outsider proveniente da una cantina sociale. Nota di metodo da considerare per inquadrare l’assaggio nel suo complesso: siamo a febbraio ed i rosato 2015 ancora non sono alla vendita (in realtà uno l’abbiamo assaggiato, ma è stato recuperato veramente in extremis), assaggiamo quindi 2014 che oltre ad essere stata una annata particolarmente complessa per le condizioni climatiche pessime in gran parte d’Italia, significa anche avere di fronte vini non esattamente giovani rispetto ai canoni di rosato normale. Rischiavano quindi di presentarsi un po’ stanchini e sfibrati, provati dai mesi in bottiglia… eppure…

Eppure già in apertura, con il primo assaggio, si capisce che non tutti i rosato sono passioni di una notte, questo campioncino prodotto da Leone de Castris l’arcinoto Five Roses conferma in pieno la teoria. L’azienda è una delle più antiche di tutta Italia, 1665, produce una quantità di vini da lasciare letteralmente intontiti, ma il rosato da uve Negroamaro è il Campione di cantina, conosciuto internazionalmente e non a torto. Leggenda narra che sia stato il primo rosato ad essere venduto in bottiglia di tutta Italia, merito degli americani in Italia alla fine della guerra che trovandolo amabile e buonissimo si ingegnarono e lo imbottigliarono usando i vuoti delle bottiglie di birra, facendo nascere un mito. La produzione rimane identica fino agli anni 70 quando l’introduzione delle tecnologie di crio fermentazione permettono di ottenere un prodotto ancora più fine e fresco, il papà di quello che gustiamo oggi. Il colore aranciato, ma brillante non è lo stesso che si ricercava negli anni 90, ed è un’altra cosa interessantissima del mondo dei rosati, capaci di cambiare abito per seguire le mode, pur rimanendo fedeli nel gusto.

Al naso straborda più che di frutti di sentori già terziari molto fini, dalla paglia alla corteccia di pino, camomilla a tratti ed una punta fresca che ricorda il vento delle giornate veramente calde. In bocca ritroviamo perfette le sensazioni dell’olfatto, arriva un po’ di tannino a ravvivare la scena e ricomporre tutto il quadro. Dei quattro assaggi forse il più maturo, quello che il tempo in bottiglia ha cambiato maggiormente. A questo punto della sua vita oltre ad essere un educato padrone di casa ha acquisito anche saggezza e compostezza. Non è decisamente uno sprinter.

[…]

Personalmente ho messo la Puglia tra le regioni da visitare al prossimo Vinitaly, la curiosità ormai è veramente alta e la voglia di organizzare un tour estivo per colmare le lacune cresce di giorno in giorno.

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Dicono di noi su LucianoPignataro Wine Blog

Leone De Castris, il Five Roses e il Salice Salentino

16 febbraio 2016

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Five Roses 72° Anniversario Rosato Salento Igt 2014 Leone De Castris

di Enrico Malgi
La storia abita proprio qui! Correva l’anno 1665 quando il Duca Oronzo Arcangelo Maria Francesco De Castris Conte di Lemos, di origini spagnole, fondò l’omonima azienda a Salice Salentino, dove si trova ancora adesso. Ad ottobre del 2015, quindi, è stato tagliato il prestigioso traguardo dei 350 anni di attività. Ad inizio del XXIX secolo la famiglia De Castris si unì con quella di Leone Plantera e da questo connubio nel 1925 scaturì il matrimonio tra Piero Leone Plantera e Donna Lisetta De Castris, arrivando così alla unione tra le due nobili famiglie che hanno dato luogo all’attuale denominazione aziendale. Dalla fine degli anni ’90 al timone c’ è Piernicola Leone De Castris, che nel corso degli anni con perizia e lungimiranza ha saputo implementare tutta la produzione aziendale, ottenendo lusinghieri e convincenti risultati.

Grandi numeri, segnati da un’ampia e variegata produzione vinicola. Tra le tante etichette, ne ho scelto tre che hanno attirato la mia attenzione: Five Roses 72° Anniversario Rosato Salento Igt; Five Roses Anniversario Metodo Classico Brut Rosé Negroamaro Salice Salentino Doc; Per Lui Salice Salentino Rosso Riserva Doc.

Controetichetta 72° Anniversario Five Roses Rosato Salento Igt 2015 Leone De Castris

Partiamo dal famoso rosé Five Roses con l’ultimo millesimo in commercio, cioè il 2015. Si tratta di uno storico vino che ha indirizzato tutta la produzione tipologica nazionale e soprattutto quella Meridionale, perché dopo il Chiaretto Moniga del 1896 di Pompeo Gherardo Molmenti, è stato uno dei primi rosati ad essere imbottigliato in Italia nel 1943 e che con la vendemmia del 1993 (al compimento del cinquantesimo anno dalla nascita) si fregia del titolo di “Anniversario”. Si racconta che il generale americano Charles Poletti, commissario per gli approvvigionamenti delle Forze Alleate in Italia, desiderasse un vino dal nome anglofono. In quel tempo alcuni vigneti aziendali di negroamaro si trovavano ubicati presso una contrada chiamata “Cinque Rose”di Salice Salentino ed allora fu spontaneo tradurre il vino Five Roses in Inglese. In quel periodo di belligeranza le vetrerie al Sud Italia non erano produttive e così il vino rosato fu messo nelle bottiglie di birra riciclate!

Blend di negroamaro all’80% e saldo di malvasia nera di Lecce. Due mesi di maturazione in acciaio ed un mese di affinamento in vetro. Tasso alcolico di appena dodici gradi.

Nel bicchiere traspare in tutta la sua limpidezza un attraente colore rosa carico. Accostamento nasale  inebriante e vinoso, connotato da intensi aromi fruttati di fragoline di bosco, di melograno, di chinotto e di amarene, che poi s’intrecciano con profumi floreali di rosa, di geranio, di violetta e di acacia. In bocca il sorso entra placido, suadente, elegiaco, intrigante, soave, sensuale, leggero e vellutato. Ecco poi avanzare una freschezza infinita che si sposa con una morbidezza voluttuosa. Appeal bene articolato che reitera le gradevoli sensazioni olfattive. Finale mineralizzante, godibile e leggermente amarognolo. Prezzo in enoteca di appena dieci euro. Un affarone! Da preferire su primi leggeri, tagliere di salumi e carne bianca.

Five Roses Anniversario Metodo Classico Brut Rosé Salice Salentino Negroamaro Doc Millesimo 2011.

Brut Rosé Spumante Metodo Classico Five Roses Salice Salentino Doc Anniversario 2011 Leone De Castris

Negroamaro al 100%. Ben quarantadue mesi di affinamento sui lieviti, con dégorgement avvenuto nel 2015. Dodici i gradi alcolici.

Controetichetta Spumante Brut Rosé Metodo Classico Five Roses Salice Salentino Doc 2015 Leone De Castris

Delicato colore ramato. Perlage fine, continuo e persistente che porta le bollicine a salire fino all’orlo della flute per respirare. Garbati aromi sottoboscosi deliziano le narici, insieme con voluttuose essenze floreali di glicine, di lillà e di violetta. In appresso emergono anche suadenze citrine e di frutta candita. Sulla lingua plana un sorso secco, fresco e raffinato, che esprime subito eleganza, succosità ed equilibrio e poi ancora respiri sapidi e minerali e vezzi intensamente vivaci. Retrogusto appagante. Prezzo di ventotto euro in enoteca ben spesi. Da abbinare a frutti di mare, crostacei e latticini.

Per Lui Salice Salentino Rosso Riserva Doc 2013.

Per Lui Salice Salentino Doc Rosso Riserva 2013 Leone De Castris

Negroamaro in purezza. Allevamento ad alberello. Vendemmia tardiva con appassimento delle uve sulla pianta. Macerazione di venti giorni a temperatura controllata. Dodici mesi di maturazione in barriques di rovere francese e successivo affinamento in boccia. Tasso alcolico di quindici gradi.

Controetichetta Per Lui Salice Salentino Rosso Riserva Doc 2013 Leone De Castris

Aspetto visivo rosso rubino intenso, con sfumate parvenze purpuree. Bouquet ampio e prorompente, in cui si mescolano insieme profumi fruttati del sottobosco, note floreali, respiri di macchia mediterranea ed una folta speziatura di vaniglia, di cannella e di chiodi di garofano. L’entrata del sorso in bocca è calda per l’elevata alcolicità, ma subito stemperata da un’avvolgente spalla acida che rinfresca tutto il palato. Al palato elegante trama tannica e rimandi balsamici, tostati, sapidi e minerali. Allungo finale fascinoso, affumicato e persistente, segnato dai due marker varietali: una spiccata morbidezza ed una punta di amarognolo che infittiscono il gusto. Prezzo in enoteca di 45,00 euro. In combinazione con agnello alla brace, maialino al forno e formaggi stagionati. Prosit!

 

Sede a Salice Salentino (Le) – Via Senatore De Castris, 26

Tel. 0832 73112 – Fax 0832 731114

marketing@leonedecastris.comwww.leonedecastris.com

Enologo: Marco Mascellani – Consulente enologico Riccardo Cotarella

Ettari vitati: 250 – Bottiglie prodotte: 2.500.000

Vitigni: negroamaro, primitivo, susumaniello, malvasia nera e bianca, aleatico, shiraz, fiano, chardonnay, sauvignon blanc, verdeca, bianco d’Alessano e moscato

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RASSEGNA STAMPA EVENTO 350 ANNI

Ecco la rassegna stampa dell’importante evento del 2 ottobre 2015 per la celebrazione dei 350 anni della nostra azienda.

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Anteprima ‘Per lui Susumaniello’ per i 350 anni

LEONE DE CASTRIS CELEBRANDO I 350 ANNI PRESENTA IL SUSUMANIELLO “PER LUI”

Racconti e degustazione per ricordare il passato rivolti al futuro. Bruno Vespa moderatore del talk show.

La sede della storica azienda vitivinicola Leone de Castris di Salice Salentino, fondata nel 1665, è stata la magica cornice di uno dei più attesi eventi dell’anno relativi al mondo del vino: la celebrazione dei 350 anni di storia della leggendaria cantina e la presentazione, in anteprima mondiale, del Susumaniello “Per lui” in omaggio a Salvatore Leone de Castris. L’azienda Leone de Castris inizia l’imbottigliamento dei primi vini nel 1925, grazie a Piero Leone de Castris e la moglie Donna Lisetta. Nel 1943 imbottiglia e commercializza il primo rosato d’Italia: il mitico Five Roses, subito esportato negli Stati Uniti.
La storia di questa importante realtà produttiva è stata passata a rassegna nel corso di un talk show moderato dal giornalista Bruno Vespa. Nello spazio museale di proprietà dell’azienda, colmo da 200 invitati, si sono avvicendati con racconti e testimonianze il titolare dell’azienda Piernicola Leone de Castris; Mario Aguglia, medico; Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi e consulente della cantina; Paolo de Castro, già ministro dell’Agricoltura; Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia; Leonardo Pinto, enologo e Adriana Poli Bortone, già ministro dell’Agricoltura. Quest’ultima ha auspicato che la Fiera del Levante possa diventare un punto di riferimento nazionale per i vini del sud, attraverso un giusto percorso espositivo e di valorizzazione.

La presentazione in anteprima mondiale del Susumaniello Igt 2013 della linea «Per lui», l’etichetta dedicata a Salvatore Leone de Castris, non ha affatto deluso le aspettative. Della stessa linea sono stati proposti il Primitivo Igt 2013 e il Salice Salentino Doc Riserva 2013. A guidare le degustazioni Daniele Cernilli, Daniel Thomases e Massimo di Cintio. In tema di assaggi non sono mancate le sorprese. Il ricco e raffinato buffet di specialità territoriali è stato accompagnato da una novità: “Per lui”Metodo classico 72 mesi, Edizione speciale 2008. Cotarella ha svelato che insieme a Beppe Di Maria l’azienda sta lavorando alla produzione di un Ottavianello.

«Il traguardo raggiunto – ha commentato Piernicola Leone de Castris – è molto importante e riflette la solidità di un’azienda sempre presente sul territorio e vocata a esportare la cultura del vino e la tradizione salentina nel mondo. Siamo particolarmente felici di festeggiare i 350 anni di attività vitivinicola in Puglia e i 90 anni dal primo imbottigliamento. Record, questi, che pochi possono vantare». Per l’occasione Poste Italiane ha fatto un annullo filatelico di 2 cartoline in soli 2000 esemplari.

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“di-Vini e Preziosi” Five Roses Club 1943

di-Vini e Preziosi: prossimo evento al wine bar Five Roses Club 1943- 9 maggio ore 19.30
Il prossimo affascinante evento al nostro Five Roses Club 1943 Wine Bar! Non mancate!

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A Expo i risultati e gli obiettivi della ricerca

L’avventura del ‪#‎WRT‬ a Expo 2015 ‪#‎vino‬ ‪#‎wine‬

 

A Expo i risultati e gli obiettivi della ricerca IWRT

Italian Wine Reasearch Team presenterà il progetto di rete di imprese nato nel 2014 per rendere comuni competenze e conoscenze scientifiche con il fine di ottenere vini di massima qualità.

di Rosario Faggiano ( Il Corriere Vinicolo, 27/04/2015)

I risultati e gli obiettivi della ricerca nel settore vinicolo all’Expo. IWRT (Italian Wine Reasearch Team) presenterà a Milano, padiglione del vino, il progetto di rete di imprese nato nel 2014 per rendere comuni competenze e conoscenze scientifiche con il fine di ottenere vini di massima qualità.
L’interesse dell’innovativo percorso, avviato inizialmente per sviluppare la produzione di vini senza solfiti aggiunti, sotto l’egida di Riccardo Cotarella, copresidente dell’Associazione mondiale degli enologi, è stato ampliato includendo anche i metodi scientifici di allevamento, dalla campagna alla cantina. Ciò, ovviamente, per puntare al raggiungimento dell’eccellenza produttiva vinicola italiana, costantemente migliorata grazie alla ricerca e in grado di competere su tutti i mercati internazionali.
E sarà proprio Cotarella a presentare la rete di imprese IWRT ad Expo, nel padiglione del vino. “Attraverso la scienza e la ricerca, la conoscenza dei processi di produzione e trasformazione del vino – dice – è possibile raggiungere la migliore qualità e la sicurezza per il consumatore”.
“Il nostro unicum – aggiunge Vincenzo Tassinari, presidente di IWRT e di Tenute del Cerro – è una rete di imprese che si mette insieme per fare ricerca. Il valore aggiunto, nonché il patrimonio comune, è proprio quel “working together”.  Supportati dalle singole aziende e dal Comitato scientifico che opera coralmente per sviluppare progetti e indirizzi comuni, il team di aziende e persone che fanno parte di IWRT trasmettono la stessa visione e mission: essere super partes nella ricerca scientifica e faro di riferimento nel futuro dei vini italiani all’estero. L’Expo sarà per noi l’occasione per presentare alla stampa, al pubblico ed agli operatori specializzati il progetto”.

Al momento, fanno parte di IWRT in tutto 22 aziende vinicole (ma altre hanno manifestato interesse ad aderire). All’Expo il gruppo sarà integrato da ulteriori 13 aziende, per così dire “esterne”. Ecco l’elenco completo dei partecipanti: Carvinea, Castello di Cigognola, Coppo, Di Majo Norante, Falesco, Igreco – Fattorie Greco, La Guardiense, La Madaleine, Leone De Castris, Pucciarella, Saiagricola – Tenute del Cerro, San Patrignano, San Salvatore, Tenuta di Frassineto, Terre Cortesi Moncaro, Terre De La Custodia, Trequanda, Villa Matilde, Villa Medoro, Villa Sandi – La Gioiosa, Baglio del Cristo, Barollo, Cantina due Palme, Capitanatagricola, Decugnano Barbi, Genagricola (Marchionne), Montevetrano, Morgante, Poggio alle Volpi – Femarvini, Riccio, Tenuta di Morzano – Agrinico, Terra di lavoro – Galardi, Terrazze dell’Etna, Valle Picciola – Colombo, Futura14.

Tutte le aziende, che per i sei mesi dell’Expo esporranno una selezione di vini, avranno “modo di raccontare, attraverso un percorso guidato multimediale e sensoriale, ed attraverso un’app scaricabile su tablet e smartphone, la propria filosofia di produzione, il proprio territorio e le specifiche tecniche dei vini in degustazione”.
Le Cantine che proporranno vini senza solfiti sono: San Patrignano, San Salvatore, Terre della Custodia e Villa Sandi.

Nella foto Riccardo Cotarella e il presidente di IWRT, Vincenzo Tassinari
Date e orari degli eventi degustazione all’interno dello stand IWRT al Padiglione del Vino
– 23/05/15: 15:00-16:30 e 17:30-19:00
– 13/06/15: 15:00-16:30 e 17:30-19:00
– 27/06/15: 15:00-16:30 e 17:30-19:00
– 12/09/15: 15:00-16:30 e 17:30-19:00
– 26/09/15: 15:00-16:30 e 17:30-19:00

 

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Anteprima Fiere del Vino 2015 by Gambero Rosso

Parteciperemo anche noi ad ‘Anteprima Fiere del Vino 2015’ di Gambero Rosso, la manifestazione che vede come protagoniste le cantine selezionate sulla Guida Vini d’Italia 2015 e alcune tra le più importanti Enoteche Italiane in anteprima rispetto alle due grandi Fiere del Vino Prowein a Dusseldorf (15/17 marzo) e Vinitaly a Verona (22/25 marzo).

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