La Puglia è così lunga, ma così lunga che per farne metà e arrivare in tempo ti devi alzare alle cinque di mattina.

Impietoso Davide Gangi ti precetta. Caffè, caramella di menta, macchinina e via dal profondo sud verso una delle città più belle di Puglia: Trani. Ed in uno dei posti più belli di Puglia:  Le Lampare al Fortino.

Di martedì di un anno bisesto, è il primo di marzo. Un giorno importante per una avventura cominciata per me da due anni: un portale che decide di raccontare il vino al mondo, tutto il vino e non solo, anche quello di Puglia. Uno stile rispettoso di tutti ma con personalità propria. Informazione serena e severa a volte ma niente punti e niente classifiche.

A Vinoway interessa infittire la rete di rapporti tra produttori, tra produttori e consumatori, tra produttori consumatori e istituzioni. Uno strumento per appassionati e addetti ai lavori che abbia la capacità di cucire i tanti frammenti che compongono questo mondo e di farne, se possibile, una tela armonica e piacevole.

Un giorno importante, Vinoway da portale si fa Associazione, annunciando ufficialmente la nascita di Vinoway Italia: da luogo di comunicazione diventa momento di organizzazione con un respiro internazionale ed una articolazione territoriale. Lo spiega bene Davide nella sua introduzione quando il parterre è denso di partecipanti accuratamente selezionati.

E lo spiega la stessa geografia dei “conduttori” delle degustazioni: sono stati invitati tutti coloro che si occupano, con le loro associazioni, di valutazioni enologiche. Perché Vinoway non è alternativa ma collante, non è concorrente ma amplificatore. Ovviamente con una propria etica e proprie regole che sono esposte e, si spera, largamente condivise.

La cornice è splendida, l’organizzazione impeccabile e, dal “tavolo dei cattivi”, la visione globale.

Si alternano gli interventi coordinati da una Jenny Viant Gomez in forma smagliante, che anche se fosse dimessa basterebbe ad illuminare una sala intera, e i contributi sono assai qualificati.

Certamente quello del Senatore Stefàno che racconta la sua esperienza da Assessore Regionale all’Agricoltura in Puglia e delle chiavi attraverso le quali è avvenuta la “rivoluzione del vino”: valorizzazione dell’autoctono e innovazione tecnologica e di processo.

Certamente anche quello dell’on.le Luca Sani, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, che ha enunciato le linee direttrici dell’iniziativa parlamentare per dare al mondo vitivinicolo il risalto che merita anche perché costituisce una delle voci più importanti del PIL e dell’interscambio economico mondiale per l’intero Paese.

Ma di fronte a cotanta sapienza anche la Puglia ha fatto la sua figura: Massimo Tripaldi Segretario di Assoenologi per Puglia, Calabria e Basilicata; Giuseppe Baldassarre, massimo esperto di vini pugliesi ed in particolare del primitivo; Gianluigi Cesari noto agroecologo, Enzo Scivetti delegato regionale Onav Puglia, autorevole degustatore nazionale, e, soprattutto, la esile ma energica Marianna Cardone, delegata regionale dell’Associazione Le Donne del Vino, hanno dato contributi di notevole interesse. Fantastica la rivendicazione della poliedricità femminile di Marianna “perché le donne sono multitasking” che, da sola, segna la cifra dello spessore del dibattito.

A chiudere anche una bella e utile prolusione di Alessandro Lodico, responsabile commerciale di Leone De Castris, perchè quando si sottolinea qualche mancanza e qualche esigenza e vi sono orecchie per intendere non fa mai male.

Le Istituzioni della Regione Puglia hanno fatto di tutto per essere presenti ma erano impegnate in una importante riunione del Consiglio regionale che si è protratto fino a tarda sera per approvare la legge Reddito di dignità, importante riunione istituzionale. Ci dispiace che non abbiano potuto essere presenti, anche se per giusta causa, perchè capita di rado di riuscire a mettere insieme ottanta produttori di vino fra i più importanti di Puglia e condurre una discussione che da quasi tutti è stata giudicata molto positiva e apprezzabile. Sarà cura del Presidente Gangi informarli e tenerli aggiornati.

Ed è stato un bel piacere raccogliere consensi e positive reazioni per questa formula innovativa. Abbiamo avuto occasione di cogliere al volo le impressioni di tante aziende, dal tono “possente” di Massimiliano Apollonio alla voce flautata di Alessandra Quarta. Anche il Senatore Stefàno e l’On.le Sani sono rimasti piacevolmente impressionati.

Ma ci piace riportare come la più grande nota di merito, il giudizio più severo ricevuto alla domanda: “Mattinata persa o ne è valsa la pena?” “Cinquanta e cinquanta” ha dichiarato Beniamino D’Agostino di Botromagno. Conoscendo la sua severità e la sua pignoleria è stato uno splendido complimento e una grande forma di incoraggiamento ad andare avanti. E non cambiare Benny, che sarai un gran rompiscatole ma poi le stesse pignolerie ce le metti nel fare il vino e ricambi con la generosità dell’amata bevanda l’avarizia delle parole. Del resto i giudizi più severi ci aiutano sempre a cercare nuovi traguardi…

Pausa sul terrazzino del ristorante, panorama da cartolina, porto di Trani sotto il cielo indeciso di marzo, snack di prodotti straordinari: ostriche dell’Atlantico e Salmone dello stesso mare, latticini della Murgia e del Gargano (standing ovation per la ricotta di pecora), olive all’acqua di mare e carciofini del Salento, pane e olio di coratina.

Accompagnano bollicine pugliesi, altro che “prosecchino” (scusate il campanilismo). Una cosa leggera per prepararsi alla lunga maratona di degustazione (circa novanta etichette) che avrebbe coinvolto gli invitati prima della cena finale.

Ma questo racconto è un’altra cosa, ci fermammo ai primi 40 vini e al dialogo con gli amici del “tavolo dei cattivi” e con Nicola Ferri che fa un ottimo Nero di Troia. E al “tavolo dei cattivi” oltre al carissimo Michele Poligneri c’è stato anche Claudio Bonifazi. Per la verità c’era anche Francesca Distaso, una splendida signora del vino che dava al nostro tavolo aura di grande eleganza, della quale abbiamo molto gradito la compagnia.

Comunque a parlar del vino tocca a Francesca, a Claudio e a Mototsugu Hayashi, uno dei più grandi degustatori del mondo che, finalmente e grazie a Vinoway, è venuto in Puglia e ha conosciuto il Nero di Troia. Non so cosa dirà dei vini, ma, di certo, la sua vita sarà molto più allegra perché la “Puglia è un grande serbatoio di felicità.” A me resta il piacere di ringraziare tutte le amiche e gli amici presenti che, una volta di più, hanno dimostrato il loro affetto e, credo, anche un po’ di stima.
Tocca ringraziare l’idea di Vinoway e l’impegno di tutti coloro che a questa idea contribuiscono e dare a Davide il mio “sussurro di battaglia”: #sciamuannanti!!!
Menzione speciale per la location e per il servizio condotto magistralmente dall’AIS Puglia delegazione BAT, diretto dal capo servizio regionale Gianpaolo Polese, assolutamente impeccabile.
Non amo la mondanità ma devo riconoscere anche io che è stata una giornata estremamente ricca ed interessante. E questa cosa del Master in comunicazione per responsabili commerciali di aziende enologiche è una cosa che ci intriga, vero Michele Peragine?