Vinoway Simposio:”Iniziamo a chiamarlo spumante italiano per consolidare un brand”
Sul blog di ‘Vinoway’ Dicembre 16, 2016 Scritto da Luigina Simonetti

La conduzione dell’evento è stata affidata alla giornalista Alessandra Lofino che, in modo mirato, ha lanciato spunti di riflessione e domande agli ospiti, affinché il profilo degli interventi fosse volto a fare una chiara analisi sullo stato attuale della spumantistica pugliese e nazionale, sul ruolo delle istituzioni e della politica in un momento in cui risulta necessario che lo Stato si faccia carico della responsabilità di proteggere il vino come patrimonio italiano, tenendo conto delle esigenze dei produttori di salvaguardare qualità e costi allo stesso tempo.
Il produttore rappresenta il punto di partenza, perciò ogni spesa che va a sostenere finisce sul costo della bottiglia, tenendo conto che dal momento della produzione del vino alla sua vendita ci saranno tempi di attesa in cui nessun guadagno sarà realizzato. Inoltre, bisogna tenere conto del fatto che al momento dell’acquisto, sul consumatore ricadranno non solo le spese del produttore, ma anche quelle dell’enotecario e del ristoratore. Ma il piacere di bere il vino non deve necessariamente essere legato solo al prezzo, perché in un calice sono racchiuse molte cose: la storia e la geografia del luogo dove viene prodotto, le fatiche del produttore e della sua famiglia, le aspettative di chi lo beve. Infatti, soprattutto per quanto riguarda le bollicine, non è detto che tutti sappiano apprezzare nell’assaggio quelle che sono le caratteristiche specifiche. È anche necessaria una cultura della degustazione per comprenderne la qualità. I produttori, invece, devono intuire quale possa essere il gusto di bollicine più atteso e, puntando sul nuovo trend di ricercatezza e bevibilità a tutto pasto, sperimentare con gli autoctoni una qualità che consenta di mantenere linee di eccellenza rispettando le regole.